Federico Lapetina
L'arte che pratica Filomena Oppido è un arte "al femminile", nel senso che è piena di contenuti femminili, ma non per questo privi di forza espressiva. Così l'artista rivisita - attraverso una carica fantastica ed onirica - la propria identità di donna; scoprendosi a volte aggressiva e selvaggia, altre vole mite e sublime, interiorizzando e riproponendo l'animalità e la spiritualità che convivono in forme espressive multiple fatte di spazi e tempi variegati, ove i colori si prestano egregiamente a manifestare l'intimismo emotivo della propria ricerca di donna. Pur tuttavia i suoi dipinti appaiono sempre trasparenti e permeabili all'occhio umano giacchè l'istinto e la passione che li guida non sacrificano l'idealità e la ragione che li sovradeterminano. Questo è il compito dell'artista quando universalizza i contenuti latenti che appartengono a tutti, ovverosia quello di rendere intellegibile al mondo l'universo sommerso oscurato dalla realtà che imprigiiona il sogno. Cosicchè Oppido restituisce nobiltà e luminosità a quel crogiuolo di stati d'animo turbolenti, quanto silenziosi prima che prendano corpo sulla tela, attraverso forme morbide e colori smaglianti per poter risolvere il contraddittorio esistenziale che non ci riconosciamo da svegli. Lei ci appare perciò una sorta di "bella addormentata" che assorbendo il bacio del risveglio, garbatamente ma ostinatamente ci ricorda che condizione indispensabile per restare vivi e pensanti e continuare a credere nella metamorfosi elettiva dell'essere umano.
Maurizio Tucci
Contrasti. Perché i suoi colori possono parlare, sussurrare, urlare. Perché possono accarezzare e graffiare. E c’è sempre un impeto d’amore, o di odio, che li rende vivi e veri. Fuoco e terra: sono un pudico, sfacciato invito a penetrarli per leggerne l’essenza.
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